Di valle in valle
alla scoperta del territorio
Storia, tradizioni e natura del territorio che circonda il Rifugio tra uliveti e stelle alpine
Paesi, borghi e antichi castelli
vita di montagna e cultura contadina
Vi invitiamo a guardare il documentario Val Pennavaire di Geo, girato in estate, autunno e inverno, che racconta come gli abitanti di questa valle, stretta fra Piemonte e Liguria, abbiano custodito l’antico rapporto di amore e rispetto della natura.
Giulia si prende cura dei castagneti di famiglia della varietà Gabbiana, tipica della zona: la pulizia del sottobosco, il controllo della salute delle piante, gli innesti da effettuare i primavera e la raccolta delle castagne, un favoloso prodotto del territorio.
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Valle Pennavaire
Silenziosa e appartata valle divisa tra due regioni, la liguria e il piemonte che culmina con il paese di Caprauna, in cui è sito il Rifugio. La valle è attraversata dal fiume Pennavaire che nasce dal Bricco delle Penne, altura che sovrasta la valle, da cui poi prende il nome.
Tutta la zona è caratterizzata da aree boschive interrotte dai piccoli nuclei abitativi, Caprauna, Alto, Nasino e Castelbianco che sono circondati da castagneti, uliveti e terrazze coltivate. Le principali montagne della zona solo il Monte galero, il monte Armetta e il Monte Castell’Ermo. Valle caratterizzata da numerose grotte e falesie di arrampicata.
Alta Val Tanaro
Attraversata dal Fiume Tanaro, è una terra ricca d’acque coi suoi molti torrenti e ruscelli. L’ambiente naturale incontaminato, insieme ad un passato reso ricco e complesso dal passaggio di molti popoli su questa terra di confine, la rendono un luogo denso di antiche tradizioni dalle millenarie radici che ancora resistono alla fuga del tempo caratterizzandola.
Le principali montagne della zona sono il Marguareis (la più alta del territorio con i suoi 2651 m), la Cima delle Saline, il Mongioie e il Pizzo d’Ormea: da queste vette è possibile, nelle giornate terse, scorgere il mare all’orizzonte. Particolari per il loro aspetto dolomitico, sono amate dagli speleologi per l’impressionante sistema sotterraneo di grotte, di cui molte ancora inesplorate.